La Nostra Storia
Radici
Nel 2017 la professoressa Luisella Favuzza, insegnante di italiano un po' matta ma col sorriso sempre stampato in faccia, decise di fondare all'interno dell'IIS A. Einstein di Vimercate una piccola redazione radiofonica, che si sarebbe appoggiata alla più grande Young Radio, e che presto avrebbe preso il nome di Ein#Radio.
In Ein#Radio si ritrovarono prima 6, poi 10, poi 25 studenti che cominciarono a scrivere e parlare, raccontando il mondo attraverso i loro occhi.
La piccola redazione si distingueva dagli altri giornalini scolastici principalmente per due cose: innanzitutto era per costituzione del tutto indipendente dall'istituzione scolastica, e anzi si concentrava sul raccontare ciò che c'era oltre le mura dell'edificio. In secondo luogo, era mossa in ogni azione da profondi ideali di libertà e uguaglianza.
I giovani giornalisti in erba si trovarono così ad intervistare cantanti, attivisti, sopravvissuti all'olocausto, artisti, e una miriade di altri personaggi che hanno fatto della loro storia uno spunto per le nuove generazioni.
Poi, a seguito del trasferimento della folle fondatrice, le redini della radio vennero prese in mano da altre due professoresse, con una diversa concezione di cosa la redazione dovesse essere. Mancati gli ideali su cui per 7 anni aveva cavalcato, Ein#Radio è morta nel giro di pochi mesi.
E invece no.
Alcuni ex membri di Ein#Radio avevano già deciso, nel frattempo, di fondare una loro redazione indipendente che si poggiasse sugli ideali che avevano reso grande l'ormai defunta radio.
Questa nuova redazione si chiama Eppure Soffia.
La Nascita di Eppure Soffia
Da sempre il nostro gruppo di amici è avvezzo al contatto con storie incredibili, testimonianze, racconti. Così in un torrido giorno di maggio, tornando a casa da scuola, ci viene un'idea: provare a raccontare quelle storie, così da far scoprire a tutti quante cose incredibili si celano dietro gli sguardi di coloro che incontriamo ogni giorno per strada.
Dopo una lunga pausa di riflessione, chiacchierate, idee e dubbi, decidiamo di provare a mettere su un gruppetto formato dai nostri amici che più si sono distinti per il desiderio di narrare, ognuno attraverso il proprio strumento, la realtà nelle sue mille forme.
E così siamo ad oggi, dopo qualche documentario, articolo e tante foto, che continuiamo a fare del nostro meglio per provare a raccontare.
Ma in che senso Eppure Soffia?
Il nome è, come al solito, un'idea di Emma.
Si rifà al titolo di una celebre canzone del 1976 scritta da Pierangelo Bertoli.
La canzone allude al vento come una metafora dell'intrinseca capacità della natura (ma anche delle idee, o della speranza stessa) di continuare ad andare avanti, nonostante tutta la distruzione circostante, un simbolo della luce che persevera sempre e comunque.
Il logo originale, disegnato da Luca, raffigura un soffione che in una folata di vento perde i propri semi, che si disperdono nell'aria come messaggeri, e che depositandosi daranno frutto a nuovi fiori.
Il parallelismo più evidente è quello tra i semi del dente di leone e le storie che raccontiamo, nell'augurio che come vento possiamo diffonderli in terreno fertile, in modo che una volta atterrati possano far nascere in chi ci ascolta un nuovo fiore.