Ero in giro per il parco in una delle mie solite uscite con bici e fotocamera. Notata senza troppo sforzo l’attività in autodromo mi sono avvicinato alla pista e ho cominciato a percorrerla con calma alla ricerca di soggetti interessanti da immortalare.
Visto un “marshall” interessante, mi sono fermato e ho poggiato la bici ad un albero. Mentre cercavo di trovare un buon punto di contatto tra il telaio e il tronco, ho sentito lo stridio che fanno le gomme delle auto quando le si vuole far avanzare in una direzione a loro del tutto sconosciuta. Mi sono girato. Quello che ho visto è stata una Lamborghini che avanzava lateralmente in direzione delle barriere, dove dopo una frazione di secondo è andata a impattare ad una trentina di chilometri orari.
Contemporaneamente uno degli addetti che stavo per fotografare iniziava a correre attorno alla tribuna verso il luogo dell’impatto, mentre uno sull’altra riva del circuito sventolava le bandiere gialle.
Da lì un susseguirsi di comunicazioni radio, funi, piloti delusi (e un po’ amareggiati) e tecnici che si appendevano al retro dell’auto sollevata da una gru perché, come dicevano, le Lamborghini hanno i pin di aggancio troppo indietro ed è difficile tenerle bilanciate.