Il 6 novembre Donald Trump ha vinto per la seconda volta la corsa alla presidenza degli Stati Uniti diventandone effettivamente il quarantasettesimo presidente. Questa seconda elezione avviene in un momento decisivo per la politica non solo interna agli USA ma anche in una situazione politica internazionale piuttosto complicata. La Cina sta lentamente espandendo la sua influenza e l’ordine mondiale con a capo gli USA è sempre più in crisi.
Quindi è normale porsi la domanda su quali conseguenze avrà la politica di Trump sugli Stati Uniti e sul resto del mondo.
Negli USA non ci saranno molte differenze rispetto al suo ultimo mandato. Si può prevedere che nei primi anni della sua presidenza l’economia sarà forte e stabile grazie al lavoro dell'amministrazione Biden. Tuttavia questi dati positivi potrebbero diventare insignificanti se il piano di mettere dazi doganali del 200% proposto da Trump venisse effettivamente messo in atto. Questo causerebbe l’inflazione su certi prodotti importati dall’estero a salire vertiginosamente. Inoltre si può prevedere un non aumento o un taglio delle tasse per i ricchi e una diminuzione dei fondi dati ai sistemi di previdenza sociale.
Pensando invece ai problemi sociali presenti negli Stati Uniti ci si può immaginare che le grandissime deportazioni di massa inneggiate da Trump e dai suoi supporter non avverranno effettivamente in quanto sono difficilissime da organizzare e causerebbero un grave danno all’economia americana poiché la manodopera a basso costo è formata principalmente da immigrati. Ci si può invece aspettare una maggiore libertà concessa agli stati di porre divieti sull’aborto, sulla cosidetta “ideologia woke” e forse anche sull’identita di genere.
Infine, per quanto riguarda le posizioni di potere, si può immaginare che ci saranno cambiamenti sostanziali nelle cariche di potere, ad esempio è molto probabile che l’attuale capo dell'FBI, che ha indagato su Trump, sia licenziato insieme a molti oppositori del presidente che tengono cariche politiche. Invece ponendo attenzione ai ministri si può prevedere che venga dato un ruolo di spicco nel campo dell’energia o dei trasporti a Elon Musk. Tuttavia potrebbe non essere il peggior ministro in quanto è probabile che Trump scelga Robert Francis Kennedy Junior, un novax e complottista, come ministro della sanità.
Tuttavia gli effetti più gravi si potranno vedere sulla politica internazionale. Infatti Trump ha già dimostrato di essere spesso in rapporti favorevoli con dittatori, ad esempio con Putin o Kim Jong-un, e di mantenere una certa distanza dagli alleati nel campo della politica estera. Quindi ci si può aspettare un certo disinteresse degli Stati Uniti nelle attuali crisi presenti nel mondo e una fuoriuscita da numerosi accordi internazionali precedentemente sottoscritti dagli USA.
Questo disinteresse avrà un forte eco nell’estremo oriente e causerà un ulteriore espansione dell'influenza cinese sulle nazioni in via di sviluppo in Asia e in Africa. Questa avanzata nella guerra commerciale potrebbe dare alla Cina il giusto vantaggio per diventare la prima economia mondiale. A peggiorare ulteriormente la situazione potrebbe essere la scelta della Cina di invadere Taiwan il quale dopo mesi o anni di resistenza, non avendo il supporto militare degli USA, sarebbe costretto a capitolare. La presa dell’isola da parte della Cina avrebbe conseguenze catastrofiche sul mercato dei microchip. Questo perché la Cina otterrebbe il monopolio sia sulle terre rare che sulla manifattura dei microchip. In sintesi la vittoria di Trump, sul lungo andare, è anche una vittoria economica e politica per la Cina.
Per quanto riguarda invece il medio oriente ci si può aspettare, forse, un peggioramento della situazione dei civili. Infatti Trump si è espresso più volte a favore di inviare armi ad Israele affinché possa vincere la guerra contro Hamas e Hezbollah. Queste vittorie sarebbero legate a crescenti tensioni con l’Iran che si potrebbero tradurre, nelle peggiori delle ipotesi, in una guerra aerea tra i due paesi. Questo è molto grave se si considera che uno dei due è armato con bombe atomiche e l’altro le sta sviluppando. Inoltre, a causa della politica filo-Israele sostenuta da Trump durante la campagna elettorale, ci si può aspettare un completo taglio agli aiuti umanitari per i civili a Gaza.
Un’altro fronte fragile è quello europeo. Infatti Trump in passato ha spesso voluto fare vedere la sua amicizia con Putin e di come è pronto a "trattare" con il dittatore russo. Questo è grave se si considera che la guerra in Ucraina va avanti ormai da due anni e mezzo e conta quasi un milione di morti. Durante tutto questo tempo l’Ucraina è resistita così a lungo grazie agli aiuti militari ed economici inviati dai paesi occidentali. Sui 300 miliardi di dollari in aiuti gli Stati Uniti ne hanno mandati 70. Il disinteressamento di Trump in questa situazione molto probabilmente avrà conseguenze catastrofiche. Ci si può aspettare infatti che, poiché non c’è un fronte unito in occidente capitanato dalla prima potenza militare mondiale, l’Ucraina cadrà nel dimenticatoio e, forse dopo un’anno o due, sarà costretta o allo sterminio o a una resa fortemente ingiusta. Una sconfitta Ucraina, come la storia ci insegna fin troppo bene, non fermerebbe la Russia la quale, forse dopo qualche anno di assestamento economico e militare, probabilmente attaccherà la Moldova per la questione della Transnistria, interverrà in ogni paese che si allontana troppo da Mosca e infine a minaccerà i paesi Nato o qualunque paese che ostacoli l’espansionismo russo.
Oltre all’effetto che l’elezione di Trump avrà sull’assetto mondiale bisogna anche chiedersi cosa vuol dire la sua elezione per l’economia. Le scelte economiche di Trump infatti influenzeranno non solo gli Stati Uniti, ma tutto il mondo. Trump infatti sostiene un incremento dei dazi doganali fino al 200%. Questo causerebbe una gravissima crisi economica anche in Italia la quale, nel 2023, esportava 65 miliardi di euro in prodotti verso gli Stati Uniti. Questa crisi colpirà soprattutto l'industria automobilistica, agroalimentare, farmaceutica e della moda. Questo avverrà perché negli Stati Uniti i prodotti importati dall’Italia costeranno tre volte tanto e di conseguenza calerà la richiesta.
Quindi davanti a questa situazione bisogna porsi la domanda su cosa noi Italiani, noi Europei, possiamo fare.
Nei prossimi 4 anni ci si può aspettare che il mondo diventi irreversibilmente pluripolare con come poli principali USA e Cina e forse anche l’India. Ogni nazione europea in questa situazione dovrà decidere da che parte schierarsi e ciò porterebbe a divisioni in seno al vecchio continente. Inoltre, se questo avviene, gli stati e i popoli rischierebbero di diventare ulteriormente dipendenti da stati stranieri. Esiste però una soluzione: formare un'Unione europea forte, solida e unitaria. Riuscendo nella difficile sfida e mettendo da parte le differenze economiche e culturali possiamo diventare una grande potenza libera, democratica, indipendente e alleata con le altre nazioni che condividono questi valori. In questo modo saremmo davvero indipendenti dalle elezioni americane e dai capricci della Cina.
Francesco Alaimo - Eppure Soffia