Un mondo unito in cui tutti possano vivere in pace, questo è l'ideale di fratellanza universale a cui aspirano i ragazzi del Movimento dei Focolari, o più semplicemente "Gen", con cui ho trascorso 2 giorni di testimonianze, riflessione, e ovviamente tanta musica.
Il tema della convivenza era il guardare, e la differenza che c'è con il semplice vedere.
Da appassionato di fotografia (come avrete intuito se siete qui) la cosa mi ha toccato abbastanza da vicino, e ha aperto numerosi spunti di pensiero sul ruolo del fotografo e sul modo in cui un occhio allenato a riconoscere la bellezza sia capace di catturarla, raccontarla e a diffonderla.
Uno degli spunti migliori l'ho ritrovato nel pensiero di Paolo Bricco, giornalista de Il Sole 24 Ore che ci ha regalato tutto ciò che ha personalmente appreso in materia negli anni passati ad ascoltare storie e a cercare di raccontarle.
<< Tra guardare e vedere c'è una differenza profonda: quando vediamo qualcosa lo facciamo solo con la testa oppure solo con il cuore, il che non ci permette di avere una visione complessiva di ciò che abbiamo davanti, quando invece siamo capaci di utilizzare contemporaneamente sia la testa che il cuore allora è lì che stiamo guardando.>>
Paolo Bricco