Per chi non mi conoscesse, per introdurre questa "storia" credo sia fondamentale dire fin dall'inizio che faccio oramai da quasi 4 anni volontariato presso l'oratorio della mia cittadina. Da questa sezione abbastanza ingombrante (in senso buono) della mia vita derivano un'infinità di cose che occupano una discreta parte delle mie settimane.
Comunque,
Con cadenza praticamente annuale, come in molti altri oratori e realtà simili, anche noi siamo soliti organizzare una vacanza della durata di circa una settimana in località non troppo esotiche, ma abbastanza distanti da casa da poter essere definite lontane.
Quest'anno, come l'anno scorso, siamo stati a Sauze D'Oulx, cittadina al confine tra Piemonte e Valle D'Aosta che d'inverno pare essere una località sciistica abbastanza rinomata, ma che d'estate diventa praticamente un centro di villeggiatura per oratori principalmente lombardi. Noi eravamo tra questi.
La vacanza come al solito è stata organizzata in 3 turni: prima la quarta e la quinta elementare, poi le medie, e poi le superiori. Per la seconda volta ho avuto l'opportunità mica da poco di poter andare anche alla prima settimana in qualità di educatore.
Ammetto che scarrozzarsi 53 bambini dagli 8 ai 10 anni per 4 ore di pullman e ritorno più le innumerevoli (solo 2, ma sono sembrate 106) gite tra i sentieri offerti dal territorio e le giornate di giochi non è stato facile, soprattutto quando abbiamo avuto imprevisti che definirei veramente notevoli del tipo "2 animatori di un altro oratorio di Milano stavano facendo un gioco horror con i loro ragazzini delle medie, e nel buio hanno scambiato i nostri di 8 anni per i loro, e hanno cominciato ad inseguirli con maschere, mazze e sacchi neri scatenando il panico assoluto tra i nostri che sono rientrati di corsa nell'albergo in preda a crisi di pianti isterici e rifiuti categorici di andare a dormire che ci hanno costretti ad una ronda piano per piano che si è protratta fino circa alle 3 di notte"
Ma la prima settimana con i nanetti non è stata l'unica (avrete notato che nelle foto non compaiono bambini), perché due settimane dopo mi sono ripresentato nel medesimo luogo, stavolta non più da educatore, ma da "bambino".
Siamo partiti di mattina, non sono arrivato al pullman per ultimo, il viaggio è durato anche stavolta circa 3 ore e mezza. Una volta in albergo abbiamo posato le valige e abbiamo fatto merenda. Non conoscevo tutti, e soprattutto molti erano solo volti noti.
Non so se avete mai fatto esperienze del genere, ma nei primi attimi di condivisione non si sa con chi si finirà a chiacchierare il giorno dopo, o meglio magari se ne ha un'idea, ma non è certo. Una cosa che fa davvero la differenza è la propria volontà di aprirsi a gente nuova, cosa in cui non sono mai stato un maestro ma che sto imparando a fare.
In stanza sono finito con 2 dei miei migliori amici, non poteva andare meglio, non dormiremo.
Scherzo, siamo un trio abbastanza tranquillo.
E da lì è stato un susseguirsi di educatori che entrano nelle stanze a svegliarci usando le pentole come fossero timpani in un concerto heavy metal, cibo, musica non troppo alta per non disturbare la vicina, ancora cibo, giochi, messe, balli con la musica non troppo alta, e gite che sono arrivate a coprire distanze di quasi 20km.
Dopo 7 giorni eravamo sfiniti (sempre meno che con i bambini) ma avevamo trascorso una settimana piena di un sacco di cose più e meno concrete, e con un'idea migliore di cosa sia il vivere insieme a degli sconosciuti e quanto poco si riesca a farli rimanere tali, quanti siano 1000 metri di dislivello, e cosa significhi "condividere".