L’esperienza di Planina non è stata isolata, bensì è stata proposta come conclusione di un più lungo percorso di collaborazione, riflessione e incontri.
Tutto comincia a novembre 2023, con un minicantiere svolto ad Arcore, presso l’oratorio S. Cuore, nel quale si riunisce quello che sarà il gruppo dei ragazzi approssimativamente per il resto dell’anno: è stata questa l’occasione che ci ha permesso di buttare un occhio sulla realtà Gen3. Fin da questa prima esperienza si poté cogliere una nota particolare di riflessione, centrata attorno alla parola look, guardare.
Da quel fine settimana in poi, altre date vengono fissate sul calendario, e l’interesse viene rinnovato. Quelle altre date vennero ciascuna portando con sé una nuova parola. Touch, toccare, ci ha guidato nel dare un piccolo aiuto alla comunità di Cesate e Gallarate, in particolare nell’oratorio di Cesate e presso la Caritas di Gallarate.
A marzo fu la volta di change, termine simbolo dello scopo insito negli incontri: cambiare qualcosa, se non tutto ciò che è possibile cambiare, nella speranza di veder nascere frutti.
L’ultimo minicantiere si è svolto a Sassello, nell’entroterra ligure, sotto la guida della parola home, con la duplice intenzione di visitare quella che era stata la valle d’origine della beata Chiara Luce Badano e al contempo di consolidare il gruppo in modo definitivo, sentendosi appunto, casa l’uno per l’altro. Dalla cornice di fitti boschi, campi e colline, coronati da uno spettacolare tramonto, si è fatta viva la promessa di concludere il viaggio iniziato a novembre con il progetto più grande: il cantiere in Slovenia.
Da quei paesaggi e da quella promessa il tempo non ha potuto far altro che volare, portandoci al 14 luglio con un bagaglio ed un sorriso in mano, trascinati da un ultimo concetto,
Together
Quello che non avevano potuto dare quattro weekend è stato sentito nella settimana a Planina: la sensazione, non solo di sentirsi a casa, ma anche di sentire una viva comunità attorno, composta di tutte le età: dai bambini che erano con noi, ai ragazzi più giovani del Gen3, a quelli prossimi al passaggio, a quelli ormai diventati accompagnatori, ai nostri educatori Marina e Mauricio, alle signore che gestivano il centro mariapoli, a quelle che necessitavano il nostro aiuto. Si poteva assaporare un’ampiezza di stili, presenze e idee davvero completa.
Non è nemmeno stata mera presenza la nostra e la loro. Tutto si è svolto attorno al lavoro, sia all’interno del centro che ci ospitava, sia all’esterno, ma con un’armonia tale da dare a quel lavoro significato in ogni suo aspetto. Si è potuta generare così la voglia di mettersi in gioco anche per le mansioni più umili, semplicemente nel rispetto di chi ci stava offrendo un “campo base” dove dormire e anche necessariamente in compagnia, dando luogo a momenti di condivisione, ma anche di divertimento.
Diverse persone, anche al di fuori delle pope del centro Mariapoli, hanno dato un contributo insostituibile e prezioso. L’esempio d’eccellenza è stato Sylvester, la nostra guida nella capitale Lubiana, nonché ex impiegato nel ministero della cultura sloveno con un’esperienza trentennale. La sola possibilità che persone come lui abbiano scelto di dedicarci del tempo gratuitamente è sintomo dei principi del movimento dei focolari (del quale lui faceva parte) e di una grande gentilezza, che ci ha quindi regalato un’esperienza unica. Oltre a Sylvester potremmo ringraziare le guide che ci hanno condotto nella grotta di Planina, i vari signori del luogo che ci hanno dato qualche passaggio a Postumia per i nostri lavori da Anica, il parroco di Planina che ha celebrato per noi una messa, gli scout italiani che sono passati a farci visita e tanti, tanti altri ancora.
Restringendo lo sguardo al gruppo di ragazzi, come già si era potuto vedere nei minicantieri l’impressione era di avere a che fare con persone, per la maggior parte, assai eterogenee e fuori dall’ordinario. La capacità che ha il gruppo Gen3 di accogliere e farsi portatore dei valori che i suoi membri hanno sempre assorbito (alcuni fin dalla nascita, avendo genitori Gen a loro volta) è straordinaria e tangibile.
La consapevolezza che lasciano queste esperienze è al meglio riassunta nella canzone che ci ha guidato per tutti i sette giorni del viaggio, “Senza di te non si può fare”. Senza di te non si può fare perché chi ci circonda non sono solo un insieme di persone, quanto più numerose, ognuna con un ruolo ed un’attività da svolgere per i propri interessi, ma tante soggettività e prospettive desiderose di sentirsi gruppo, necessitanti il tuo impegno per funzionare al meglio. E’ così che ciò che non si sarebbe potuto fare da soli diventa possibile, con l’aggiunta di una preziosissima esperienza, indelebile, e di legami che rimarranno a lungo, se non per sempre.
Silvester, focolarino ex viceministro della cultura, ci fa da guida nel centro della capitale Lubiana - Luca
Nella cattedrale di Lubiana - Luca
Mauricio durante lavori di giardinaggio - Luca
Sul pullman per la via di casa - Emma
La "Color Run" (sì, ci siamo sporcati parecchio) - Luca
Serata Disco - Luca
Il piccolo Pippo scivola giù dalla collinetta del centro su di un telo saponati durante i giochi d'acqua - Luca
Foto di gruppo durante la Color Run - Luca
Semplicemente Emma - Luca
Giugiù saluta Luca prima della partenza del pullman in direzione Italia - Emma