Uno sguardo alla Scelta dell’Europa.
Sono passati più di 4 mesi dalle elezioni Europee dell’8 e 9 giugno 2024. Nessuno ormai ci pensa più. D’altronde, i continui attacchi della Russia all’Ucraina, i raid di Israele su Gaza, Cisgiordania e Libano, il conseguente inasprimento del conflitto che ha visto coinvolto anche l’Iran e, per ultime, ma di sicuro non per importanza, le elezioni USA del 5 novembre sono tutte questioni considerate più importanti al momento. Invece no. L’Unione Europea ha un ruolo fondamentale nella geopolitica internazionale. Il territorio che l’Unione controlla, cioè gran parte dell’Europa, è il confine fisico tra Occidente e Oriente, che da sempre sono in una continua lotta militare dovuta alle diversità ideologiche. Eppure, in Europa si vive bene. I paesi scandinavi registrano i tassi di felicità della popolazione più alti del mondo. Il turismo di sicuro non manca. E molte persone vengono in cerca di una vita migliore proprio in questa piccola regione, come ad esempio gli immigrati che sbarcano a Lampedusa ma che nessuno vuole gestire. Queste condizioni di vita ottime sono possibili grazie anche all’Unione Europea e alle capacità diplomatiche e politiche del suo leader, dei commissari, degli europarlamentari, degli economisti e via dicendo. La decisione che noi europei, a giugno, abbiamo preso andrà a influenzare le nostre vite, ogni singolo giorno, per cinque anni (confidando che tutto vada bene). Per questo è di fondamentale importanza fare un’analisi e delle previsioni riguardo i prossimi anni della nostra grande Unione, per capire che cosa Ursula von der Leyen, presidente rieletta della Commissione Europea, nominata “la donna più potente del mondo” da Forbes nel 2023 e colei che ha condotto l’Europa attraverso la Brexit e il Covid-19, ha in serbo per noi.
L’8 e il 9 di giugno gli italiani si sono recati alle urne per eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento europeo, che è composto da 720 europarlamentari di cui 76 italiani. Nel caso ve li siate persi, vediamo i risultati delle elezioni sia a livello nazionale, cioè in Italia, sia a livello europeo.
Nel Bel Paese, possiamo di sicuro congratularci con la premier Giorgia Meloni e il suo partito Fratelli d’Italia (FdI) per l’ottimo risultato conseguito: 28,76% dei voti, stando ai dati rilasciati dal Ministero dell’Interno. Allo stesso modo, molto bene il partito di Elly Schlein, il Partito Democratico (PD), che riesce a guadagnare 5 punti percentuale rispetto alle elezioni politiche del 2022 e, con l’eccellente risultato di 24,11% dei voti, segue FdI al secondo posto nella classifica. Ciononostante, come ricorda il sito di fact-checking Pagella Politica, va smentita l’affermazione della segretaria Elly Schlein, secondo la quale il PD è stato il partito che è cresciuto più di tutti. Infatti, a sbalordire è stato senza dubbio AVS (Alleanza Verdi e Sinistra), ottenendo un sorprendente 6,78% dei voti.
Riescono a guadagnare dei seggi nel parlamento Europeo anche Lega di Salvini (8,97% dei voti) e Forza Italia (9,59%). Invece, chiudono molto male la classifica Azione di Calenda, che non supera la soglia di sbarramento fissata al 4% (ossia la soglia minima per ottenere seggi in Parlamento) e la coalizione Stati Uniti d’Europa, che, seppur abbia ottenuto un risultato migliore di Azione, comunque non riesce a superare lo sbarramento e rimane tagliata fuori dal Parlamento Europeo.
A livello Europeo la questione è diversa. È bene ricordare, prima di passare ai dati, che nelle Elezioni Europee non contano tanto i risultati dei partiti nazionali, bensì quelli dei gruppi Europei, dentro i quali sono poi raggruppati i vari partiti nazionali eletti negli stati membri. Ad esempio, Fratelli d’Italia fa parte del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR), mentre Forza Italia del Partito Popolare Europeo (EPP).
Proseguendo, i precedentemente citati EPP ed ECR guadagnano 10 seggi ciascuno rispetto alla Legislatura appena passata, ottenendo dunque un risultato decisamente positivo. Si avvicina a questo risultato, con 9 seggi guadagnati, anche La Sinistra europea (The Left in the European Parliament).
Rimane più o meno stabile, con una minima perdita di 4 seggi, il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D).
Diversamente dai loro corrispondenti italiani, i verdi europei (Green/EFA group) perdono ben 19 seggi, anche se questo non è il risultato peggiore per un partito. Infatti, il partito liberale europeo Renew Europe perde ben 25 seggi, che sono stati, per così dire, rubati dalla destra: il gruppo Identità e Democrazia (ID), ora diventato Patriots for Europe (i patrioti per l’Europa), gruppo così a destra che nemmeno Fratelli d’Italia ha osato aderirvi, ha guadagnato ben 25 seggi nel parlamento europeo. Questo risultato è di sicuro dovuto ai risultati in Francia, dove il partito di Marine le Pen, Rassemblement National, ha stravinto su quelli di sinistra. Questa vittoria della destra è stata definita preoccupante da tutte le testate giornalistiche europee, italiane e internazionali di centro e centro-sinistra: basti pensare che in Germania la destra non otteneva così tanti voti dalla Seconda Guerra Mondiale. “L’UE vira a destra” commenta Euronews il 10 giugno, e lo stesso viene riportato su molti titoli di siti web e giornali. Tuttavia, dopo aver creato il caos, è necessario anche ridurlo. Come si vede sul sito dell’Unione Europea e sul sito Europe Elects, attualmente la maggioranza in Parlamento è detenuta da 3 partiti: PPE, S&D e Renew. Selezionando
nello strumento del sito che calcola il raggiungimento della maggioranza assoluta solo i partiti di destra ed estrema destra, è possibile osservare che, per almeno altri 5 anni, è stato sventato il ritorno del nazi-fascismo in Europa.
Dopo le Elezioni degli europarlamentari, si passa alla scelta dei personaggi più importanti dell’Unione, che avviene all’interno del Parlamento. Tra questi personaggi, va ricordato il Presidente della Commissione, che definisce l’orientamento politico di quest’ultima, permettendo ai commissari valutati dal parlamento di decidere assieme gli obiettivi strategici e delineare un programma di lavoro annuale. Il 18 luglio 2024, 401 membri del Parlamento Europeo hanno votato in favore di Ursula von der Leyen, 284 contro e 22 hanno consegnato la scheda in bianco. Ursula von der Leyen sarà la nostra presidente per i prossimi cinque anni.
È bene, di conseguenza, sapere ciò che questa donna potentissima ha in serbo per la nostra Unione. La lettura del documento che riguarda gli orientamenti politici dell’Unione di Ursula (Europe’s Choice, si può trovare sul sito dell’Unione Europea in tutte le lingue nazionali degli stati membri e in inglese) porta ad alcune considerazioni chiave.
Innanzitutto, von der Leyen riconosce che ci sono molti freni che ostacolano la competitività
economica dell’Unione Europea e che quest’ultima dipende troppo dai paesi esteri dal punto di vista economico. Citando alcuni esempi, ciò è stato evidente dopo l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, che ha fatto entrare l’Europa in un’importante crisi energetica, e nel monopolio cinese sulle materie prime essenziali. La soluzione data dalla Commissione è quella di attuare uno slancio per il completamento su tutti i fronti della politica comune europea, che ancora presenta delle lacune in relazione ai servizi, alla difesa, l’energia, la finanza, le comunicazioni elettroniche e il digitale.
Inoltre, vi è la volontà di semplificare la normativa: molte aziende internazionali faticano a finanziare progetti nell’Unione europea per via delle strettissime normative riguardanti vari ambiti. Ad esempio, è stata scritta una lettera aperta indirizzata alla commissione Europea da aziende di grande rilievo, come Meta o Luxottica, che chiedono una revisione della normativa europea riguardante l’Intelligenza artificiale (AI Act, che entrerà in azione nel 2025) considerata troppo stringente ai danni dei cittadini europei che sarebbero esclusi dalla rivoluzione tecnologica sancita dall’IA. Infine, si vuole facilitare la fondazione di startup e piccole medie imprese (PMI) costituendo quello definito un nuovo status giuridico europeo, il “28esimo regime”, che permetterà alle imprese di beneficiare di norme più semplici e armonizzate. L'obiettivo è anche quello di aiutare le PMI con nuovi controlli alla competitività, che si sa essere uno degli elementi mortali per piccole aziende che devono fronteggiare grandi compagnie.
Nell’ambito dell’industria sostenibile, von der Leyen ribadisce che vuole un’Europa “leader nei negoziati internazionali sul clima”. A tale proposito, ha annunciato il mantenimento del Green Deal europeo, anche se il nome può ingannare: non tutto quello che è green è buono. Ad esempio, nel documentario Food for Profit di Giulia Innocenzi viene messo alla luce il problema degli allevamenti intensivi in tutta Europa, anche e soprattutto in Italia, che paradossalmente ricevono finanziamenti dal Green Deal. Ursula vuole anche definire una visione globale in materia di clima ed energia e intensificare la diplomazia verde europea in prospettiva della COP30 che si terrà in Brasile nel 2025. Anche sulla COP ci sarebbero critiche da fare. La COP28 di Dubai, che ha riguardato il cambiamento climatico e iniziative per contrastarlo, ha anche trattato in segreto di nuovi contratti per gli Emirati Arabi Uniti sulla vendita del loro petrolio. Insomma, un passo avanti e due indietro. Si proporrà, inoltre,
un regolamento su un servizio unico digitale di prenotazione e biglietteria e rimane invariato l’obbiettivo della neutralità climatica fissato per il 2050, anche se per le autovetture è anticipato al 2035, anno in cui non si potranno più acquistarne e venderne a benzina o gasolio in UE.
L’aspetto più importante di questo grande progetto europeo, in questi tempi molto caldi per la geopolitica internazionale, è la difesa europea. L’Europa ha vissuto su di sé ben due guerre mondiali, e l’Unione europea è proprio fondata sulla pace in Europa, anche per questo l’Unione è priva di un esercito. Tuttavia, la mancanza di una difesa comune europea si è fatta molto sentire in questi ultimi anni.
Von der Leyen, dal punto di vista della sicurezza, continua a supportare incondizionatamente l’Ucraina nella sua lotta per la libertà, e per questo continuerà il finanziamento politico e militare dell’Europa verso questa. D’altra parte, però, la presidente riconosce la mancanza di finanziamenti e spese efficienti a favore delle capacità militari europee. Per questo, ci sarà una vera e propria costruzione di un’Unione europea della difesa a carico del nuovo Commissario per la Difesa e lo Spazio (è stato designato Andrius Kubilius). Ci sarà anche un rafforzamento del partenariato UE-NATO per “ampliare la cooperazione con la NATO per coprire tutte le minacce, i nuovi pericoli di tipo
informatico, ibrido o spaziale e per rafforzare il partenariato transatlantico.”.
La prima parte di questa politica di difesa europea è divisibile in 3 punti principali:
Potenziare il fondo europeo per la difesa per investire nella capacità di difesa di alta gamma dell’Unione Europea nei settori critici come la difesa navale, terrestre, combattimento aereo, allarme rapido basato sulla tecnologia spaziale e cybersicurezza;
Rafforzare il programma per l’industria europea della difesa con la creazione di un mercato unico europeo di prodotti e servizi della difesa;
Collaborare con gli Stati membri e la NATO per la realizzazione di progetti di interesse comune europeo come uno scudo aereo europeo e la cyberdifesa.
Sulla guerra in Medio Oriente, Ursula è chiara nel suo programma politico: l’Europa deve mobilitarsi e svolgere un ruolo attivo nell’area. Intende partecipare a tutti gli sforzi diplomatici per arrivare a una risoluzione equa e globale del conflitto in corso. In aggiunta, è decisa sull’importanza di un cessate il fuoco immediato, del rilascio di tutti gli ostaggi e l’aumento di flussi umanitari indirizzati alle aree colpite dalla guerra. Detto ciò, ora sorge spontanea una domanda: dopo l’escalation verificatasi nell’ultimo mese, in cui è entrato in guerra direttamente anche l’Iran con l’organizzazione sciita degli Hezbollah in Libano e lo Yemen degli Houthi anch’essi sciiti, è veramente possibile una pace? Inoltre, verrà proposto un cambio di natura per l’agenzia Europol, che potrebbe diventare un’agenzia di polizia realmente operativa. Ci sarà un rafforzamento del mandato d’arresto europeo e verranno
analizzati gli ambiti in cui la Procura europea necessita di maggiori poteri, per affrontare le forme gravi di criminalità transfrontaliera, come la corruzione. Ursula von der Leyen vuole inoltre presentare nuove misure riguardanti l’azione contro il traffico di droga in Europa, collaborando con dei “partner” per chiudere le rotte e smantellare i modelli operativi di questi traffici. Oltre a ciò, si prevede anche l’introduzione di un piano per contrastare il terrorismo.
Si sa che l’Europa è sempre stata colpita da attacchi terroristici, e anche negli ultimi mesi questa macabra tradizione non si è fermata. Per questo, stando a Ursula, è necessario rafforzare Frontex, dotandola di tecnologie all’avanguardia e di attrezzature e personale propri, in modo tale che possa proteggere le frontiere esterne dell’Unione Europea in tutte le situazioni. Rientra nell’ambito della sicurezza di frontiera anche la proposta di aumentare il numero delle guardie di frontiera e costiere europee.
Infine, per quanto concerne la migrazione, che è evidentemente un tema importante per noi italiani, von der Leyen spiega che vuole proseguire “a sviluppare delle relazioni strategiche in materia di migrazione e sicurezza con i paesi terzi” soprattutto i paesi di origine e transito. Per fare ciò, ha nominato un nuovo Commissario per il Mediterraneo, incaricato anche dello sviluppo dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo (è stata designata Dubravka Šuica).
Ursula von der Leyen continua il suo Europe’s Choice con la sezione sulla società europea, che è quella che ci interessa di più a breve termine. Introduce questa sezione ricordando come lo standard di vita europeo sia tra i più alti al mondo, anche se negli ultimi anni alcune crisi hanno avuto un forte impatto su noi cittadini europei. Innanzitutto, si parla del mondo del lavoro. È necessario, stando alla presidente, aiutare le persone ad accedere alle tutele e ai servizi essenziali che necessitano, oltre ad affrontare anche il problema della povertà attuando la prima strategia europea contro la povertà assoluta. Un altro problema che affligge i giovani in tutta Europa è il problema degli alloggi: si riconosce l’urgenza con cui deve essere affrontata tale crisi che colpisce milioni di giovani e famiglie. A questo proposito, sarà nominato un nuovo commissario europeo il cui mandato contiene anche gli
alloggi (potrebbe trattarsi del designato Dan Jørgensen). Questi si dovrà occupare delle proposte di Ursula che riguardano un piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili e una campagna di investimenti paneuropea per alloggi sostenibili a prezzi accessibili in cooperazione con la BEI. Non solo, c’è una forte volontà da parte di Ursula di rafforzare il programma Erasmus+ includendo anche la formazione professionale. Riconosce, finalmente, la necessità di proteggere la salute mentale dei bambini e dei giovani europei, soprattutto online. Infatti, propone di avviare un’indagine a livello europeo sugli effetti più ampi dei social media sul benessere e vuole combattere le “tecniche non etiche delle piattaforme online” come lo scorrimento infinito, la riproduzione automatica predefinita e le notifiche push costanti. In questo modo si riuscirà ad andare contro alla progettazione
di servizi online che creano dipendenza.
Un tema molto caldo che dovrebbe essere assolutamente affrontato a livello europeo è quello dell’uguaglianza. Non, però, limitandosi soltanto a quella di genere, che Ursula von der Leyen ha molto a cuore, ma affrontando anche l’uguaglianza LGBTIQ. In Italia moltissime persone che si sentono appartenenti a questo gruppo sentono ancora troppi attacchi e troppe discriminazioni. Il Governo Italiano guidato da Giorgia Meloni ha intrapreso iniziative che stanno amplificando questi sentimenti, riducendo anche i diritti che dovrebbero essere garantiti a queste persone. Basti pensare alla proposta di legge che impedisce la maternità surrogata paragonandola a reati come il terrorismo, lo stupro, la pedofilia. Serve urgentemente un intervento europeo a riguardo, ma, ahimé, Ursula von der Leyen ha fallito. Nel “Europe’s Choice” prometteva di nominare un commissario per l’uguaglianza, ma ciò non è avvenuto. Questo, chiaramente, non impedisce per forza la formazione di legislazioni a riguardo, ma senza dubbio ne limita l’urgenza.
Concludo questo articolo riassumendo alcuni dei punti fondamentali espressi da Ursula Von der Leyen riguardanti proprio la Democrazia Europea e la Politica Estera.
Von der Leyen continua a ribadire che i nostri sistemi di informazione e le istituzioni democratiche sono sotto attacco da parte di attori esterni, come governi ostili (la Russia in primis), e attori interni. Per proteggere questo sistema cardine dell’Unione Europea, la democrazia, si proporrà uno scudo europeo per la democrazia che sarà indirizzato verso il contrasto alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze online degli attori esterni. Questo di per sé costituisce un continuo della politica portata avanti negli ultimi anni dalla Commissione Europea che ha attuato un programma instancabile di contrasto alla disinformazione russa. Inoltre, viene affrontato il problema nuovissimo dei deep fake (stando al Garante della Privacy: foto, video, audio creati grazie a software di intelligenza
artificiale che, a partire da contenuti reali, riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce) che hanno il grande potere di incidere sulle elezioni politiche. Per questo sarà introdotta una normativa mirata all’attuazione di requisiti di trasparenza (è inclusa nell’AI Act precedentemente citato). L’Europa, infine, vuole guadagnare importanza a livello globale mediante un programma di investimenti extra-UE chiamato Global Gateway che verrà rafforzato. Si vogliono instaurare infatti dei partenariati a lungo termine che sono reciprocamente vantaggiosi. Per esempio, con l’Africa, l’America latina, i Caraibi, il Giappone, la Corea, la Nuova Zelanda e l’Australia, oltre a una nuova agenda strategica UE-India. Anche se l’attenzione è soprattutto indirizzata verso il vertice UE-Unione
africana del 2025 con cui si vogliono portare avanti importanti investimenti nel continente africano per aiutare tutti i paesi che ne fanno parte.
In quanto italiani l’Europa è la nostra casa. Ma è anche molto fragile. Lo abbiamo visto analizzando Europe’s Choice. Quelle che vi ho esposto sono alcune delle sfide imposte all’Europa. Il futuro è abbastanza incerto, non si sa se ci toccherà entrare in guerra e non si sa con chi. Magari con la Russia? Oppure con l’Iran? Non ci è dato sapere adesso. Sono fermamente convinto, tuttavia, che Ursula von der Leyen sia in gamba. Ha dovuto gestire sotto la sua Commissione la Brexit e il Covid-19, ed è dunque assolutamente capace e in grado di affrontare le sfide che le vengono poste. Per ora, quindi, possiamo essere sereni e goderci le nostre vite sapendo che ci sono persone a Bruxelles e a Strasburgo che lavorano giorno e notte per il nostro benessere.
Alessandro Cunegatti - Eppure Soffia